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Castello/parco

Le Origini del Castello

Nel 1192 i Patriarchi fecero qui costruire un forte come difesa; in seguito il nome “castello” rimarrà nei secoli legato al sito su cui sorgeva questo primitivo fortilizio.

Da allora molti avvenimenti storici si sono susseguiti e molti anche gli interventi di ampliamento. Nel XIX sec. quella torre divenne un Castelletto padano ricco negli interni e nelle rifiniture esterne. L’ultima ristrutturazione avvenne per volontà dei Conti Papadopoli nel 1888 secondo uno splendido e particolarissimo stile Neogotico Inglese. Quando nel 1919 il Commendatore Giovanni Giol comprò l’intera proprietà preferì non modificarne l’architettura cercando di preservarne il più possibile l’aspetto originario.

Il parco

Nel cuore dell’antico feudo di San Polo resiste questo piccolo paradiso: 13 ettari di prati, boschi, un laghetto di acqua sorgiva su cui si specchia il Castello e le sue due isole. Vi si trovano persici reali, persici trota, tinche, sgardole, carpe, cavedani, anguille. Esemplari magnifici di alberi secolari si alternano in una scenografia di rara bellezza: faggi, aceri, querce, cedri, magnolie, lecci, ginkgo biloba.

 

Dai picchi agli scoiattoli

È un’oasi incontaminata, una delle ultime rimaste dove in un delicato equilibrio convivono e trovano rifugio aironi, germani, gallinelle d’acqua, fagiani, scoiattoli, gazze, ghiandaie, diverse specie di picchi tra cui il picchio rosso maggiore e il picchio verde, colombacci, fringuelli, tordi, pettirossi, verdoni, cardellini, nitticcole e altre specie migratrici che qui vengono a riposare.

 

Acqua risorgiva

Le Antiche Cantine si collocano all’interno di una cornice di tigli e glicini secolari costeggiati da un ruscello d’acqua sorgiva in cui trovano il loro habitat trote e gamberi di fiume. Il gambero d’acqua dolce è noto da tempo immemorabile e poichè si trova nei corsi d’acqua poco inquinati è definito come un buon indicatore ecologico dello stato di salute delle acque. Proprio a San Polo gli affreschi dell’Ultima Cena dell’antica chiesetta di San Giorgio (1491) raffigurano i commensali che mangiano gamberi di fiume e bevono vino rosso, due peculiarità tipiche di questa zona ancor oggi apprezzate.